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mercoledì 20 giugno 2012

Milionari ultraottantenni altro che strafighi trentenni!

Avete mai letto una storia della collezione Harmony?
Sìsì, proprio quei libricini di 150 pagine tutti colorati di rosa, con titoli del tipo "Una nuova passione" o "A cena col milionario", e un uomo e una donna sulla copertina sullo sfondo di una capitale mondiale. 
Bene, ma dove sta il problema?
Il problema sta nel fatto che queste storielle romantiche fanno 2 cose:
1. In 150 pagine raccontano incontri, scontri, odio, amore, sesso, matrimonio, gravidanza, cose che da noi, se tutto va bene, le fai in 50 anni e ti ritrovi a farne al massimo due (e il più delle volte corrispondono ai primi due menzionati).
2. I TYCOON
Ma come, non sapete chi sono i tycoon? 
Tranquilli, non è qualcosa che si mangia, ma (occhialino sulla punta del naso e bacchetta da prof in mano), l'espressione "tycoon" deriva dal giapponese e significa "capitano d'industria, finanziere, magnate". 
Perfetto, direte voi, ma questi libricini ci parlano di questi potenti magnati con il volto e il fisico di David Gandy, e il cervello di Rita Levi Montalcini. 
E per di più, trentenni!
Insomma, uomini nel fiore dell'età, bellissimi, potenti, multimilionari, ma cinici e sfiduciati nei confronti dell'amore, fin quando non arriva lei, la timida assistente (il più delle volte "virgin", per dirla alla Madonna), che li fa capitolare, e lui, da scapolo incallito, con uno stuolo di strafighe ai suoi piedi, chi sceglie?
Ma sì, proprio lei! Lei, insignificante, magari a tratti pure antipatica, eterna sognatrice, che piange e si innamora di lui alla prima pagina, e lui, nel giro di brevissimo tempo, la sposa, ci fa un bel bambino, le regala diamanti da far invidia ai gioielli della Corona britannica, e le compra una villa a Malibu. 
Ma si può?
Ma davvero volete farci credere che sia possibile una cosa del genere? 
Scarnifichiamo la cosa:
a. Se penso a un tycoon super milionario, mi viene in mente solo Rupert Murdoch, che di anni ne ha 81, e non era uno strafigo neppure in gioventù. 
b. L'ambientazione di queste storie romantiche è nelle più belle città del mondo, ma la maggior parte, alcune autrici sembrano prediligere l'Italia. 
Niente da dire, anzi, lo sfondo romano è perfetto, ma poi penso alla cronologia e non mi trovo: 
2012, crisi economico/finanziaria mondiale, e ci sono mille magnati della finanza, per di più tutti trentenni?
Insomma, noi in Italia abbiamo solo il vecchio Lapo Elkann, che, oltre al look da dandy, tutto sembra, fuorchè intelligente, anzi ha lo sguardo dello stralunato il più delle volte. 
Pensa solo a cercare la ragazza di turno, a tradire la precedente, e ad apparire perfettamente vestito nelle occasioni mondane. 
Ah, quindi, care autrici, adesso non venite a dirmi che vi ispirate a questo tycoon!

Adesso, non è per essere cinici e/o petulanti, ma siamo obiettivi: non esistono situazioni del genere! 
E va bene che sono libri, e i libri hanno il potere di catapultarci in un mondo di fantasia, ma perchè esagerare?
Perchè propinarci l'uomo perfetto, e noi donne dovremmo schiavizzarci a quell'ideale, a quell'utopia? 
Non bastano forse, giornali, tv, cinema, gossip & co. a sbatterci in faccia tutte queste cose?  
Bene, adesso scusate la brutalità, ma signore, l'uomo perfetto non esiste, come non esiste il magnate della finanza strafigo e pronto a sposare dal giorno alla notte la cameriera della trattoria a Trastevere. 
Quindi, non lasciatevi ingannare, e prendete in mano la vostra vita, senza farvi illudere dalle fantasie romantiche dei libri.

Ma la grande riflessione la faccio quando leggo questa cosa:
"Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale." 
E te credo! 
Se me lo vai a trovare uno del genere nella vita reale, ti firmo un contratto di mille lustri, con tutto pagato. 
Poi grazie che me scrivi "Innamorata del milionario"! 


Con cinico affetto, 
Lety Kant

P.s. Questo mio intervento vuol essere una riflessione, partita dallo spunto di un libro per affondare i pensieri nella vita reale, senza voler offendere o criticare l'operato e il lavoro delle persone "Harmony." 

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